27 Aprile 2017 giovedi
Oggi San Liberale
Nel 1956 nasce a Ferrara l’hermano Marco … (e per questo vi rimandiamo al precedente articolo!)
Ola peregrinos lettori
quando il gioco si fa duro … i duri iniziano a giocare.
Senza nessun avvertimento meteo, nel giorno del natale di Marco, aprendo la finestra alle 6:45 …
ci rendiamo conto che, esaudendo un desiderio che Marco aveva confidato a Paolo durante il volo Bologna-Madrid, è caduta la neve nottetempo e proprio nel giorno del suo compleanno!!! (N.d.r.: Caro Santiago so che ci sei amico e che ti siamo devoti ma la prossima volta, chiedi anche il mio parere. Grazie. Tuo, Paolo).
Eccitati (in ispecie Marco) come bambini il giorno di Natale che non vedono l’ora di uscire e giocare con la neve (Marco dixit), aspettiamo le 7:15 e poi scendiamo a fare colazione dove salutiamo Veronica e Marie e Sirkka (che non è nella foto perchè era andata a prendere lo zaino).
Alle 7:50 dopo aver curato paricolamente l’abbigliamento (e la copertura) partiamo senza timori e indecisioni.
La temperatura è vicina allo zero, perchè ci sono ancora degli spruzzi di neve, ma l’assenza di umidità e di vento, grazie anche alla cura del nostro abbigliamento, ci consente di stare bene e di provare solo una frizzante e stimolante sensazione in viso che … ha un effetto rivitalizzante.
Rifacciamo i 2 km in più fatti ieri per raggiungere l’hostal, dapprima costretti sul ciglio della statale per mancanza di sentieri alternativi (ed il passaggio dei camion a meno di un metro è … un frullatore d’aria fredda e nevischio); dopo circa 500 mt. attraversando la strada prendiamo per un parcheggio per camper vuoto che ci fa allontanare dal traffico.
Quindi arriviamo al centro di S.Maria, dopo i 2 km canonici e rimiriamo, spruzzata di neve, l’Iglesia Monasterio de Nuestra Senora de la Soterrana, purtroppo data l’ora, assolutamente “cerrada”.
Prima di lasciare S. Maria, dopo altri 500 mt, scopriamo … … letteralmente
la più vecchia plaza de toros d’Espagna … olè!
Di buona lena e spinti dall’aria frizzante del mattino (e dalla necessità di avviare la caldaia fisica interna) procediamo di buona lena al solito passo che quest’anno pare ci accompagni anche su terreni e dislivelli diversi. Questa tappa è assolutamente pianeggiante senza nessun dislivello significativo da sopportare, segnalare o subire.
Unico dato importante è il terreno che muta …
dall’usuale (e sempre benedetta) strada bianca battuata,
a causa delle condizioni climatiche, come oggi per la neve …
(Nota: in questo caso le scarpe tecniche waterprof sono state eccellenti, mantenendo il piede caldo e asciutto, al contrario di quelle da jogging che si sogno bagnate rapidamente, anche se poi, per fortuna, si sono asciugate altrettanto rapidamente, almeno è quello che “racconta” il festeggiato Marco!)
oppure per la diversa consistenza del fondo stradale … … sabbia!!!
Proprio così abbiamo camminato su un fondo sabbioso per oltre 10 km dentro un bosco di pini (speriamo di non aver sbagliato tipo di albero, ma per tutti e due, evidentemente, la botanica … è una scienza ostica!). Una sabbia fine, tipo marino, che ci costringe a camminare il più possibile nelle parti coperte dalla neve o comunque bagnate: dove la sabbia è più asciutta si cammina come su una spiaggia, senza costume ma con uno zaino di oltre 10 kg sulle spalle.
Ma dentro questa foresta che ci accompagna per 10 dei 14 km che camminiamo prima di fare il pit stop, troviamo anche antichi amici dei pellegrini che ci hanno proceduto. Uno su tutti il Pinus Morgas a 830 mt slm
che da 350 anni dall’alto dei suoi 24 mt osserva l’incedere dei pellegrini da sempre che, in segno di rispetto ed amicizia, talora lo …
abbracciano (o meglio tentano di abbracciare i suoi 5,80 mt di circonferenza).
In questo bosco che pare incantato per la luce pura del sole che si riflette sul bianco delle neve che gradualmente si scioglie, vediamo sempre la sistematica estrazione della resina dagli alberi
purissima, con un odore simile al vecchio (per chi se lo ricorda …) bagno schiuma Pino Silvestre Vidal, ma centuplicato per purezza ed intensità, una esperienza sensoriale che si può provare solo con i tempi del cammino di pellegrini da sempre.
Per contro il sistematico scortecciamento degli alberi fanno apparire il bosco pieno di feriti, in una sorta di lazzaretto in cui gli alberi, impotenti, possono solo aspettare che il tempo e la loro forza rimargini quelle ferite, prima vivide eppoi rossastre, provocate dall’uomo.
(Nota: la citta di Coca vive sulla raccolta della resina e ben 1/5 della popolazione è impiegato direttamente in questa industria, praticamente tutte le famiglie della città hanno almento uno di loro in questo comparto economico)
Finalmente, dopo aver passato Nieva solo dopo 3 km, arriviamo a Nava de la Asuncion dopo 14 km (2km sono in più causa l’hostal fuori città) (in 2h:44′) e ci fermiamo per una mezz’ora per la canonica cana pequena de cerveza e tortilla pequena (Nota di Paolo: sapere che la mia nutrizionista leggerà queste note e sapere che me la farà pagare al mio ritorno in Italia … mi conforta nell’attuale scelta alimentare stile “chi vuol esser lieto sia, di diman non v’è certezza” – anche questa aulica battuta, lo so, sarà duramente punita, ohibò!?!?).
Proprio all’entra di Nava veniamo accolti da questo trasgressivo ed allusivo murales
ed uscendo, all’interno di una villetta recintata, ne troviamo un’altro, questo di varia interpretazione ma per noi un po inquitentate (ad ognuno il suo diverso sentire!)
Tentiamo, invano, d’entrare nel bell’Eremita del Santo Cristo de la Expiracìon: more solito è chiusa malgrado siamo a metà giornata. Per fortuna la cicogna, non lo sa e continua ad accudire i suoi piccoli.
Quindi facciamo gli ultimi 10 km della giornata (anche se dovevano essere solo 7)
ed in 2 ore arriviamo a Coca, che ha dato i natali
all’Imperatore Teodosio.
L’ultimo imperatore romano che ebbe la “bella” idea di dividere l’impero tra i suoi due figli: un disastro annunciato! Peraltro ha il merito di essere il padre di Galla Placidia, figura femminile importante in un impero maschile.
Dopo aver girato, zaino in spalla, lungo le strade deserte di Coca, approdiamo all’Hostal La Estancion (visto che l’Albergue è al solito monopolizzato dagli olandesi che io avevo preso per inglesi, e che viaggiano (in bici? in bus? mah?) e prenotano dove dormire: i tipici viaggiatori, per la loro descrizione vedi About me).
Stanza piccola al costo di € 40 per una doppia, mettiamo le nostre calzature nell’unico posto possibile:
il davanzale della piccola finestra!
Alle 17, malgrado siamo sotto le coperte, abbiamo freddo e decidiamo che fuori con il sole … è più caldo
e andiamo a visitare il bellissimo castello che è stato ristrutturato dal 1956 al 1958 e ci perdiamo nella sua
architettura, di possenti ma agili bastioni e torri e nelle sue stanze …
segrete, in cui la voce rimbalza dentro e fuori a seconda della posizione di chi parla, di mobili …
magici che pare si aprano solo alle parole “aloha mora”, mentre il vento gonfia …
le bandiere della Spagna e dei nobili che lo vollero costruire, e sui quei mattoni che dal 1500 hanno segnato il passo di soldati e dame, di uomini liberi e di prigionieri, di chi sparava e di chi veniva ucciso, si disegna il torrione più alto con l’ombra di oggi del pellegrino da sempre che si allunga.
Finita la visita abbiamo girato Coca e vi segnaliamo un bellissimo negozio in cui vengono venduti cibi locali di altissima qualità: i prezzi sono spagnoli e non italiani e quindi molto interessanti.
La personale ricerca di Paolo di una pastelleria per acquistare un dolce di compleanno per Marco è stata frustrata dall’assoluta inesistenza di una tale negozio in loco. Sorge spontanea una domanda: ma come faranno a vivere senza una pasticceria da questa parte?
Quindi Marco invece del canonico spumante brinda con la mitica
AQUARIUS!!!
Alle 19 rientriamo e nella sala bar-hostal-tv-gioco carte … e chi più ne ha, più ne metta
iniziamo a scrivere questi brevi note …
di una giornata particolare perchè è il compleanno di Marco (leggi articolo precedente a questo)
ma ordinaria per noi pellegrini da sempre
iniziata con la neve
proseguita con la sabbia
e terminata con l’Aquarius.
In mezzo 24 km di due pellegrini da sempre.
Hasta siempre.
Paolo y Marco
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