26 Aprile 2017 mercoledì

oggi si festeggia SAN PELLEGRINO da Forlì e nel 1564 (forse) nasceva il grande William Shakespeare.

 

Ola peregrinos lettori (attenti e pertecipi: scusate se non rispondiamo ai vostri post che speriamo siano sempre più numerosi ma … il tempo è tiranno e già per scrivere queste poche righe siamo costretti a sostenerci a  … cerveza e tortilla!!!)

(la tortila ce la siamo già mangiata, ecco perchè il piatto è vuoto!)

 

Ma facciamo un passo indietro per segnalarvi la pulizia e la ospitalità dell’albergue municipale di Zamarralama e la cortese disponibilità  ed il menù del pellegrino de La Alcadesa e del proprietario Blanco: merita dormirci e mangiarci.

Sveglia sempre alle 6:30, facciamo colazione nella cucina dell’albergue ed alle 7:30 siamo pronti a partire: Paolo per evitare le difficoltà del doppio nodo … consiglia …

 il nodo scappato alla Paoletto!!!

Subito il cammino inizia con l’andamento delle mesetas

 salutiamo sullo sfondo Segovia e la sua Cattedrale,

sotto una pioggerellina finissima

 che ci inzuppa i vestiti, senza bagnarci veramente ma lasciandoci infreddoliti malgrado il nostro ritmo sia sostenuto oltre i 5 km/h (e così mantenuto malgrado la lunga giornata di cammino).

Dopo 5,5 km incontriamo Valseca ma neanche uno dei suoi abitanti: forse è troppo presto, sono le 8:30.

Proseguiamo nel cammino tra i campi ed incontriamo lì i moderni contadini con i loro macchinari già attivi.

Dopo altri 4,5 km arriviamo a Los Huertos ma ci accoglie solo questa invocazione

scritta su un muro da mano ignota e remota, ma di abitanti attuali nessuna presenza e quindi niente tostado e solo.

Una piccola parentresi: uno dei problemi del pellegrino sono le sue scarpe. Non sono importanti scelte tecniche estreme, dovete solo camminare con scarpe che avete già usato e che siano almeno di uno (ma meglio due) numeri più grandi del vostro numero abituale. Poi potete camminare con i sandali (Paolo per 3 cammini), con le scarpe da jogging (Marco per 5 cammini), scarpe tecniche (Paolo in questo cammino), scarpe con le dita (le ha fatte la Salewa) o con le infradito (nel nostro cammino francese del 2014 a Pamplona abbiamo incontrato David, marines usa, che le usava … superandoci regolarmente): quindi provate e scegliete senza sentire altri consigli salvo: calzature usate e di uno (o due) numeri più grandi.

Un altro problema del pellegrino sono i sassolini dentro le calzature: come fa Marco …

fermative subito per evitare microtraumi e … toglietevi il sassolino che fa sempre dire … ahi!

Continuimo per una decina di km e lasciamo per un po il paesaggio delle mesetas e ci addrentriamo in un bosco. Sentiamo dei colpi ripetuti eppoi vediamo

questo uomo scortecciare sistematicamente gli alberi ed inchiodare

questi pezzi di legno che utilizza per estrarre la resina!

E dopo 18 km (in 3h e 33 minuti) senza mai fermarci (neanche per fare pipì) arriviamo a Ane, che tutti i diari che avevamo consultato ci dicevano essere finalmente un … paese abitato: questo il paseggio che abbiamo trovato entrando …

 il deserto!

Una anziana signora da dietro una persiana con voce esile per l’età ci dice che è tutto chiuso, bar e chiesa compresi.

Il nostro carburante si stava inesorabilmente esaurendo e quindi abbiamo deciso di sederci sulla panchina fuori dalla chiesa e mangiare pane e cioccolata ma, causa il vento freddo e per evitare di raffreddare la muscolatura, dopo solo 15′ siamo costretti a ripartire, avendo apprezzato di questo paese fantasma …

 i fiori!

Proseguimo nella costante monotonia del cammino nelle mesetas

lentamente il cielo si apre e vediamo qualche sprazzo di sole

mentre la strada prosegue diritta

Poi dopo altri 5,6 km arriviamo a Pinilla Ambroz e … capiamo il perchè dell’assoluta mancanza di esercizi commerciali in tutti i paesini precedenti

… è questo camioncino che porta tutti i generi di necessità e tutti si affacciano e comprano: anche noi

prosciutto cotto (Marco) e jamon serrano (Paolo), dopo qualche minuto arriva anche il pane fresco (con un’altra pulmino) e noi, raggiungendo la pace e la felicità … boccadilliamo!

Dopo mezz’ora, satolli, salutiamo questo santo paesino ed i suoi

gattini!!!

Con un ultimo sforzo estatico percorriamo alla solita andatura, malgrado gli oltre 20 km già camminati, gli ultimi 6 km

e dandoci forza sotto un cielo che lentamente si apre nel paesaggio che è tornato quello delle mesetas, con un sentiero perso nel nulla della campagna in cui si sente solo il rumore dei nostri passi perdersi nel vento

… alla fine arriviamo a Santa Maria Real la Nieva dopo quelli che dovevano essere 28 km ed sono stati in realtà 30 km ma…

… l’albergue (6 posti letto) alle 14:00 era già completo per una comitiva di inglese riconoscibili per la loro pella rosea e la parlata blesa. Spontanea e maligna sorge la domanda: come saranno arrivati lì? Non certo camminando con lo zaino sullo schiena.

La prima casa rural è chiusa. La seconda è in ristrutturazione. Non ci resta che fare altri 2 km (nella direzione contraria a quella che dovremo fare domani) e trovare finalmente una bella stanza all’Hostal Avanto (€ 45) che per fortuna ha anche il ristorante: siamo arrivati nel posto giusto!

Quindi inziamo la routine del pellegrino e dopo esserci docciati, laviamo e stendiamo i nostri panni

in modo molto efficace ma … maschile!!!

Mentre siamo a scrivere queste note e la televisisone trasmette lo sport nazionale spagnolo

la corrida, somo passata già quasi 3 ore quando arrivano, dopo aver fatto anche loro i 2 km opzionali,

Marie (francese), Veronica (olandese con cui abbiamo camminato da Valsaìn a Segovia) e Sirkka (che abbiamo incontrato ieri all’albergeu di Zamarralana).

Ed alla notizia che domani è prevista alla partenza la temperatura di -2, i vostri pellegrini da sempre, si apprestano a vedere Barça vs Osasuna (dopo aver festeggiato alla fine del cammino aragonese la promozione della squadra di Pamploma: il nostro tifo è solo e sempre per la squadra… ultima in classifica nella liga!)

Hasta siempre

Paolo y Marco

 

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